MacNudo di Luther Blissett e Cyrano Autogestito, Casa editrice Stampa Alternativa

 

III Il Mc Bambino

Il bambino è purtroppo vittima preferita della pubblicità. La sua mente, così aperta a prendere i desideri per realtà, così innocente nel credere bello ciò che ci è mostrato bello, così privo di complesse categorie, rimane abbagliato dal McWorld, dalla sua pubblicità che tocca i cinque sensi: il colore vivo e brillante d’ogni cosa, la fischiettabilità dei suoi ritornelli mantrici, l’acquolina in bocca creata dagli esaltatori di gusto e presente in ogni cosa, la gratuità dei numerosissimi gadgets (bandierine, cappellini, palloncini, nonché i mini giocattoli contenuti negli happy meal)… tutte cose che attraggono il bambino e che aggiungono, pasto dopo pasto, anelli alla catena della fantasia infantile. E non a caso il mensile Focus (dicembre 1999) in un articolo titolato Così ci persuadono a comprare, sotto una fotografia raffigurante bambini che si divertono con il McPupazzo Ronald McDonald, scrive: “Si attirano i bambini con i giochi per far spendere i genitori”. A noi questo ci pare proprio orribile. Perché i bambini non hanno bisogno di mondi prefabbricati e universali a misura di statistica, perché per svilupparsi hanno bisogno di sperimentare, non di mettersi in fila sull’autostrada del solo consumo, perché devono giocare con gli amici, all’aperto o in casa, ma non di certo in asettici edifici tetramente simili a fabbriche… Una recente novità di McDonald’s è l’organizzazione di compleanni.Quei gioiosi momenti preadolescenziali ov’è il bambino ad organizzare la sua festa a casa, ove si progettano per giorni i giochi che si faranno nell’Attesissimo con gli amici, ove per una volta, accompagnati dalla mamma, si va a fare la spesa prendendo ciò che si desidera, e che quasi mai c’è in casa, sembrano nel McCompleanno scomparire. Leggiamo cosa dice il prospetto informativo per le mamme: “Organizzare una festa da McDonald’s è semplice e conveniente. Voi prenotate la sala e i tavoli, al resto pensa McDonald’s. Bisogna allestire la sala? Ma no. McDonald’s pensa agli addobbi della festa, rendendo la sala ancor più accogliente e colorata. Bisogna portare la merenda? Macché. Tra Happy Meal, torte e sorprese, McDonald’s sa come stuzzicare (e soddisfare) l’appetito di tanti piccoli golosoni. Bisogna preparare i giochi? Non scherziamo. Hostess preparate (e pazienti) faranno giocare e divertire i bambini. Incredibile, vero?”. Anche qui, ovviamente, se strappiamo il gentile sorriso prefabbricato, troveremo il solito McMondo di numeri, calcoli, strategie: un documento interno di McDonald’s, riportato nella già citata opera di G. Wallraff, cronometra con precisione ogni tappa di questo simpatico party: Tappa 1 (preparativi)………………….circa 15 minuti Tappa 2 (accoglienza)…………………circa 10 minuti Tappa 3 (raccogliere le ordinazioni)…..circa 5 minuti Tappa 4 (portare le cose ordinate)…….circa 10 minuti Tappa 5 (piacere di mangiare)…………circa 15 minuti Tappa 6 (giochi, altro)………………….circa 15 minuti Tappa 7 (partenza) Altro discorso riguarda l’indottrinamento dei bambini, vecchio quanto le dottrine, ed il fascismo stesso ne fece un largo uso; gli stereotipi sono però diversi, perché al posto del sorriso globalizzato e rimbecillito vigevano allora differenti dettami iconografico – culturali, vale a dire quelli della forza fisica e dell’ardimento, basta sfogliare qualche giornalino dell’epoca per rendersene conto. Ultime parole sul bambino sono le ultime novità, riportate anche da telegiornali e giornali, riguardanti la produzione dei gadjet McDonald’s destinati ai più piccoli, per renderli felici. L’accusa parte dal quotidiano cinese South China Morning Post, non è certo leggera: I giocattoli McDonald’s, tramite il solito sistema di subappalto usato da molte multinazionali per ridurre notevolmente i costi, verrebbero prodotti da bimbi cinesi assai meno felici di quelli che frequentano i fast dood, lavorando in condizioni di sfruttamento inumane. L’azienda che produce i McGiocattoli, la City Toys Ltd, avrebbe utilizzato, su 2000 dipendenti, circa 400 bambini, età media 14 anni, facendoli lavorare 16 ore al giorno, sette giorni su sette, pagandoli meno di 400 lire all’ora, dormendo in dormitori adiacenti alla fabbrica su panche di legno senza materassi. McDonald’s, naturalmente, si è impegnata ad aprire un’inchiesta. Questa brutta storia non le fa certo onore, né pubblicità. (fonte www.rassegna.it)